Questo contributo analizza da una prospettiva inedita il rapporto tra i progetti di riforma della poesia nel primo trentennio del Settecento e i principali esiti nell’ambito della tragedia. Tale prospettiva si fonda sulla tesi che la funzione assunta dalla ‘virtù’ nelle proposte di riforma poetica primo-settecentesca abbia avuto una fondamentale ricaduta sulla tragedia e su alcune categorie di primaria importanza, quali l’utile e il diletto. Prendendo spunto dalla retrospettiva offerta dal dialogo di Gennaro Parrino, Belvedere o il teatro (1759), e partendo dalle teorizzazioni di Ludovico Antonio Muratori e Gianvincenzo Gravina, vengono esaminati i molteplici modelli di eroi e di virtù nelle tragedie di Gravina, Annibale Marchese e Saverio Pansuti, al fine di dimostrare che, ancora più della trattatistica morale tout court, è la produzione teatrale ad assumere nel primo Settecento un valore determinante per la rigenerazione etica. Da questo esame trova conferma l’importanza dell’uso della storia nel codice tragico e viene posto in rilievo un aspetto generalmente trascurato dagli studi : la presenza, ancora una volta sulla scorta di Muratori e Gravina, di un modello di eroismo prettamente cristiano, fondato sulla tipologia del martire, accanto a un modello romano-repubblicano.
Tra ‘vita civile’ e riforma poetica. Eroi plutarchiani e cristiani nella tragedia del primo Settecento / Bussotti, Alviera. - In: RIVISTA DI LETTERATURA TEATRALE. - ISSN 2035-3553. - 9:(2016), pp. 75-85.
Tra ‘vita civile’ e riforma poetica. Eroi plutarchiani e cristiani nella tragedia del primo Settecento
Alviera Bussotti
2016
Abstract
Questo contributo analizza da una prospettiva inedita il rapporto tra i progetti di riforma della poesia nel primo trentennio del Settecento e i principali esiti nell’ambito della tragedia. Tale prospettiva si fonda sulla tesi che la funzione assunta dalla ‘virtù’ nelle proposte di riforma poetica primo-settecentesca abbia avuto una fondamentale ricaduta sulla tragedia e su alcune categorie di primaria importanza, quali l’utile e il diletto. Prendendo spunto dalla retrospettiva offerta dal dialogo di Gennaro Parrino, Belvedere o il teatro (1759), e partendo dalle teorizzazioni di Ludovico Antonio Muratori e Gianvincenzo Gravina, vengono esaminati i molteplici modelli di eroi e di virtù nelle tragedie di Gravina, Annibale Marchese e Saverio Pansuti, al fine di dimostrare che, ancora più della trattatistica morale tout court, è la produzione teatrale ad assumere nel primo Settecento un valore determinante per la rigenerazione etica. Da questo esame trova conferma l’importanza dell’uso della storia nel codice tragico e viene posto in rilievo un aspetto generalmente trascurato dagli studi : la presenza, ancora una volta sulla scorta di Muratori e Gravina, di un modello di eroismo prettamente cristiano, fondato sulla tipologia del martire, accanto a un modello romano-repubblicano.File | Dimensione | Formato | |
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